Tour de France 2020, Christian Prudhomme: “Mai presa in considerazione l’ipotesi di correre a luglio. Spero che ci saranno tutte le squadre previste”

L’ipotesi di correre il Tour de France 2020 a luglio non è mai stata presa in considerazione. A rivelarlo è stato il direttore Christian Prudhomme, che in un’intervista rilasciata a Corse Matin, ha rivelato che sin dalla Parigi – Nizza, corsa a porte chiuse, era chiaro che la Grande Boucle sarebbe stata rinviata. Inizialmente si lavorava a un’ipotesi ad inizio agosto, fino a giungere poi alla decisione finale di partire il 29 agosto, mentre l’ipotesi di un rinvio non è mai stata presa in considerazione, anche alla luce dei risvolti mediatici della corsa, più che mai essenziale per la sopravvivenza dei team.

“ Sin dalla Parigi – Nizza ci stiamo lavorando e ancora di più dalla sera del 16 marzo, quando Macron ha annunciato il confinamento. Dopo il rinvio della Parigi – Roubaix e delle Classiche delle Ardenne ho cominciato un giro di telefonate con tutte le istituzioni coinvolte. […] La nostra prima idea era di lavorare su una partenza a inizio agosto. Quella di una partenza a fine luglio non è mai esistita. Due settimane fa abbiamo chiamato il professor Bigart, medico referente UCI, che ci ha detto che sarebbe stata una cosa lunga e anche i nostri contatti con lo stato ci hanno confermato quest’informazione sulla durata del confinamento. Li abbiamo capito che bisognava fare il Tour il più tardi possibile e abbiamo preso la domenica prima dei campionati del mondo per l’arrivo a Parigi. Infine, l’ultimo intervento del Presidente della Repubblica ci ha convinti a dare le date il prima possibile”.

L’ipotesi cancellazione non è mai stata presa in considerazione, ma ora aumentano anche le difficoltà per organizzare la prossima edizione con meno tempo a disposizione: “Mai presa in considerazione la cancellazione, senza dimenticare che tutto dipende dall’evoluzione della pandemia. […] Aver fissato la data è una buona cosa, ma c’è ancora molto lavoro da fare, dato che abbiamo ora una doppia sfida. Organizzare il Tour 2020 e allo stesso tempo quello del 2021, che si farà a luglio. Abbiamo molto meno tempo”.

L’importanza del Tour è ormai risaputa, ma Prudhomme rivela di non aver mai dovuto giocare questa carta, e si aspetta che tutti i team siano al via (in casa Ineos sono in corso riflessioni a riguardo, ma il rischio è soprattutto per le squadre in difficoltà economiche): “A noi interessa far rivivere la leggenda del Tour. In tutte le riunioni che abbiamo fatto, anche con coloro con cui i rapporti sono spesso più complicati, ci hanno detto che il Tour è la corsa più importante del mondo e che bisogna farla. Io non ho mai avuto bisogno di dirlo. Sono i corridori e i rappresentati dei team che hanno detto ‘Se non si fa il Tour chiudiamo’. Spero che le 22 squadre previste saranno alla partenza il 29 agosto a Nizza. Al momento non possiamo averne la certezza, perché a causa della crisi molte squadre sono in difficoltà economica”.

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